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CUCINA ITALIANA_2021

핏짜의 어원은 이탈리아 가에따, la parola "pizza" è nata a Gaeta



 www.tsori.net


la parola "pizza" è nata a Gaeta
-핏짜의 어원은 이탈리아 가에따-




저곳엔 누가 살고있었을까...?


참 아름다운 곳에 위치한 성이다. 이곳은 세계인의 입맛을 사로잡은 핏짜(pizza Margherita)의 고향 이탈리아의 가에따(Gaeta)라는 곳이다. 절경이 펼쳐진 이곳이 오늘날 우리가 즐겨 사용하는 핏짜의 어원이 탄생한 곳이라니 재밌다. 그동안 막연하게(?) 핏짜의 고향은 나폴리 정도로만 알고있었지만, 이틀 전 우연찮게도 핏짜의 어원을 실은 사이트를 알게돼 호기심을 충족시켰다.(IMAGE http://turistipercaso.it/gaeta/image/90011/gaeta.html)


피자의 기원은 확실치 않으나 그리스의 피타에서 비롯되었다는 설이 있다. 고대 그리스에서는 빵에 기름과 허브, 치즈를 얹어서 먹었다는 기록이 있으며, 고대 로마에서는 얇은 밀가루 반죽에 치즈와 을 토핑하고 월계수 잎을 향신료로 쓴 플라센타라는 음식을 만들어 먹었다는 기록이 있다. 현대의 피자는 중세 초기 이탈리아의 토마토가 들어간 나폴리탄 파이가 그 기원으로, 1889년부터 치즈가 들어가기 시작했다.[2]


15세기 중반 나폴리의 국왕이었던 페르디난도 1세는 종종 평민으로 은밀히 변장하여 나폴리의 빈민가를 찾아갔다고 전해지는데, 이것은 왕비가 궁전에서 금지한 음식인 피자를 맛보고 싶어서였다고 한다.[3]


오랫동안 나폴리를 중심으로 서민들의 든든한 식사로 이용되다가 19세기 이탈리아의 통일 과정에서 구휼 음식으로 각광을 받으면서 이탈리아 전역으로 퍼져 나갔다. 이후 세계 대전에서 이탈리아에 주둔한 미군들이 피자를 맛본 후 미국에 전해지거나 이탈리아의 이민자 및 노동자들이 미국으로 건너가면서 피자가 미국 전역으로 퍼지면서 세계적인 음식으로 발돋움하였다.


아래는 핏짜의 어원을 실은 사이트 내용들이다. 가에타(이탈리아어: Gaeta)는 이탈리아 라치오 주 라티나 지방에 위치한 도시이다. 가에타 만을 향에 조금 뻗어나온 돌기 부근에 위치한다. 로마로부터는 120 km 떨어져 있고, 나폴리로부터는 80 km 떨어져 있는 곳이다. 가에타는 역사적으로 군사적 요충지였다. 이 지역의 요새화의 역사는 로마 시대로 거슬러 올라간다. 여러 시기의 유적이 많이 남아 있다. 


라 몬타냐 스팍카타 산 정상에는 1세기 로마의 장군 루시우스 무나티우스 플란쿠스의 영묘가 있는 곳이며, 가에타의 요새는 15세기들어 나폴리 왕국(훗날 양시칠리아 왕국) 통치 기간 내내 확장과 보강을 거듭하였다. 오늘날 가에타는 어항, 항구, 관광지의 역할을 하고 있다. 또한, 북대서양 조약 기구가 가에타에 군사기지를 두고 운영하고 있다. 바로 이곳에서 핏짜(pizza)라는 말이 탄생했다는 것.  내가 꿈꾸는 그곳 번역본 보기

<DA https://ko.wikipedia.org/wiki/%ED%94%BC%EC%9E%90>



Sorpresa: la parola "pizza" è nata a Gaeta(놀라워, 핏짜의 어원은 이탈리아 가에따)


E' tra i primi vocaboli italiani: risale al 997 dopo Cristo. Ma non è a Napoli, secondo uno studio dello storico Giuseppe Nocca,  che sarebbe stata  usata per la prima volta


Sorpresa nella carta d'identità della pizza napoletana. Nel ripercorrere a ritroso le tracce della  parola "pizza" si scopre che non nasce nel capoluogo partenopeo ma a Gaeta, borgo marinaro del basso Lazio gastronomicamente noto come patria delle gustose olive locali e della tiella. A svelare l'origine del lemma-portabandiera del made in Italy e di Napoli nei quattro angoli del pianeta, sarebbe una ricerca che sarà presentata da Giuseppe Nocca, storico della cultura alimentare e docente dell'Istituto alberghiero di Formia, il 12 febbraio.

Secondo questo studio la pizza, almeno come etimo, prenderebbe le sue mosse da un mulino nei pressi del fiume Garigliano, che divide il Lazio dalla Campania. Questa denominazione infatti appare per la prima volta in un documento notarile conservato nell'archivio della cattedrale di Gaeta e redatto nel mese di maggio del 997 dopo Cristo. 

L'atto aveva per oggetto la locazione di un mulino presso il fiume Garigliano e del terreno annesso di proprietà del vescovato, fatta da Bernardo figlio del duca Marino II e vescovo designato, ma non ancora consacrato, della città di Gaeta. La locazione aveva effetto giuridico a condizione che "ogni anno nel giorno di Natale del Signore, voi e i vostri eredi dovrete corrispondere sia a noi che ai nostri successori, a titolo di pigione per il soprascritto episcopio e senza alcuna recriminazione, dodici pizze, una spalla di maiale e un rognone, e similmente dodici pizze e un paio di polli nel giorno della Santa Pasqua di Resurrezione". 

L'atto notarile originale è stato redatto in latino, pur tuttavia il testo originale recita "doduodecim pizze". Il termine pizza "può essere in tal modo annoverato tra i primi vocaboli dell'italiano volgare", seempre secondo lo studio di Nocca. Si tratterebbe comunque della prima evidenza scritta, non della prova inconfutabile che il vocabolo è nato  
nel basso Lazio piuttosto che in Campania.
Al centro del convegno sarà quindi l'"archeopizza", un excursus cioè nella storia di un piatto considerato povero nella Napoli del diciassettesimo secolo e nato nella versione bianca ricoperta da strutto. Il pomodoro sulla pizza è arrivato solo tempo dopo, ed è nella versione rossa che questa gustosa specialità ha fatto l'upgrade, si è nobilitata. 



pizza Margherita Da http://chefdbrown.com/giovane-pizzas/

Nel 1870, durante il soggiorno partenopeo di Umberto I, la moglie del re, Margherita di Savoia, fu omaggiata con una pizza dai colori della bandiera italiana, e così la pizza margherita divenne lo stendardo dell'Italia Unita. Mentre i neoborbonici contestano questo battesimo sabaudo e hanno dedicato all'ultima regina del Regno delle Due Sicilie, Maria Sofia, moglie di Francesco II, una pizza condita con mozzarella casertana, pomodorini del Vesuvio, olive di Gaeta, e alici. 

Ma lo scoperta, per quanto sorprendente, non sarebbe neanche così recente. Lo fa notare lo storico Angelo Forgione: "Si tratta in realtà di una notizia storica già da tempo in possesso di tutti gli studiosi più attenti", rivela Forgione. "Io stesso neo ho parlato nel capitolo intitolato "La pizza" del mio libro "Made in Naples",


pubblicato da Magenes nel maggio 2013: "E' certo che essa (la pizza) sia nata in una porzione del Mediterraneo, che il termine sia comparso per la prima volta nel 997 a Gaeta, nel Codex diplomaticus Cajtanus, e che sia stato Platone a fornire la prima descrizione scritta di una cena a base di una primitiva pizza, confermando che la tradizione è stata probabilmente introfdotta, intorno al 600 avanti Cristo, proprio dai Greci nell'Italia meridionale."

<http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/02/09/news/sorpresa_la_parola_pizza_nata_a_gaeta-106914635/?refresh_ce>




Gaeta

Gaeta è un comune italiano di 20 876 abitanti[3] della provincia di Latina nel Lazio meridionale.

Geografia fisica

Territorio
Sorge nel golfo omonimo sul Mar Tirreno e dista circa 80 km da Napoli e 120 km da Roma. Nel golfo sfocia il fiume Garigliano.

Clima

Storia

Origini del nome

Le origini del nome di Gaeta (in latino: Caieta, in greco Kaièta, Καιέτα, in albanese: Kajeta, ka jeta) sono tuttora avvolte nella leggenda:

  • Strabone indicò la sua provenienza dal termine Gaetas usato dai pescatori laconi per indicare il sito, con chiaro riferimento all'ampia insenatura del suo golfo; altri dicono invece che il sito ed il golfo abbiano ricevuto lo stesso nome della nutrice di Enea;[5]
  • Diodoro Siculo collegò queste terre al mito degli Argonauti facendo derivare il nome della città da Aietes, mitico padre di Medea(figlia di Circe), la maga innamorata di Giasone.
  • Virgilio, nell'Eneide[6] trovò la sua origine nel nome della nutrice di EneaCaieta, sepolta dall'eroe troiano in quel sito durante il suo viaggio verso le coste laziali. Dante Alighieri, quasi a significare la storicità dell'Eneide, confermò l'avvenimento.[7]
  • Altre fonti prendono il nome di Gaeta da Aiete, figlio del dio sole Elio, il cui soprannome è "L'Aquila"; egli sarebbe il fratello della nota Maga Circe. Questo appellativo le sarebbe stato dato per l' insolita struttura geografica della città che ricorda appunto la testa di questo famoso rapace.[senza fonte]

Storia antica

I primi insediamenti nel territorio di Gaeta risalgono all'VIII secolo a.C., ma fu solo nel 345 a.C. che finì sotto l'influenza di Roma.

Durante il periodo romano Gaeta divenne un luogo di villeggiatura molto rinomato, frequentato da imperatori, ricchi patrizi romani, da consoli e da famosi senatori dell'epoca. Per favorire la loro venuta fu persino costruita una nuova strada romana, la Via Flacca, più breve rispetto all'Appia. Il suo territorio, peraltro, è situato all'interno di quell'area geografica denominata, in epoca imperiale, Latium adjectum. Tale nome era infatti riferito ai territori "aggiunti", in seguito alle prime espansioni di Roma verso sud, al Latium vetus (terra di origine dei latini), con la conseguente scomparsa di altri popoli preromani (Volsci, Equi, Ernici e Ausoni). Ormai già con Augusto e la sua riforma amministrativa, i territori di Gaeta ricadevano nella regione unica che i romani chiamavano con il nome Latium e che terminava proprio con l'attuale confine con la Campania del fiume Liri-Garigliano.

Di quel periodo restano visibili molte vestigia, come ad esempio il Mausoleo che sorge sulla sommità di Monte Orlando di Lucio Munazio Planco, console romano, prefetto dell'Urbe, generale di Giulio Cesare (attraversò con lui il fiume Rubicone, fu al suo fianco nelle campagne galliche) di Marco Antonio e di Ottaviano detto Augusto.

Medioevo

Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente iniziò un periodo buio di transizione, caratterizzato da continui saccheggi ad opera delle popolazioni barbariche prima e deiSaraceni poi. Proprio per la sua caratteristica posizione su di una penisola naturale, facilmente difendibile, piano piano si trasformò in un castrum: Gaeta fu fortificata con cinte murarie e sulle pendici di Monte Orlando; sulla zona alta dell'antico borgo medioevale sorse il castello di Gaeta a difesa dell'abitato, e le popolazioni delle zone limitrofe si trasferirono all'interno delle mura per trovare ospitalità, rifugio e protezione.

Gaeta medievale

Le prime notizie del castello risalgono al VI secolo nella guerra contro i Goti, nel X secolo se ne fa cenno all'interno delle carte del Codex diplomaticus cajetanus, ma notizie certe della sua esistenza si hanno nel XII secolo, durante la dominazione Sveva. Infatti Federico II di Svevia venne in diverse occasioni a Gaeta e, durante le lotte tra guelfi e ghibellini, creò delle fortificazioni per difendere meglio i confini del suo regno: nel 1223 fece costruire quelle per il castello di Gaeta (che quindi era già esistente all'epoca).

Già nell'VIII secolo Gaeta si rese autonoma dall'autorità imperiale bizantina e nell'anno 839 la carica di Ipata venne assunta da Costantino, figlio del conte Anatolio. Il Ducato di Gaeta conquistò la sua definitiva indipendenza solo un secolo dopo, quando Giovanni I assunse il titolo di Duca di Gaeta nel 917. Il Ducato restò in vita per circa due secoli, nel corso dei quali Gaeta ebbe una propria solidità militare, un'autonomia politica, un'autonomia giurisdizionale, dei propri istituti giuridici civici, una propria moneta (il "follaro") e un considerevole sviluppo economico attraverso i ricchi traffici commerciali marittimi.

Nel periodo che va dall'839 al 1140 Gaeta può essere considerata una Repubblica Marinara[8][9][10], in quanto si governava in base a proprie leggi, le sue navi percorrevano il Mediterraneo e difese la sua libertà durante numerosi assedi. La fine della repubblica marinara fu causata dalla dominazione Normanna.

Panorama del castello

Il ducato autonomo di Gaeta resta tale fino all'inizio dell'XII secolo, quando il duca Giovanni V fu deposto dal Principe di Capua, dopo l'invasione normanna della città del 1140, ad opera di Ruggero II di Sicilia della dinastia degli Altavilla, che però fu benevolo nei confronti di Gaeta e le lasciò numerosi privilegi come ad esempio una certa autonomia politica e una moneta propria. Con Ruggero II nacque quello che per i successivi sette secoli sarà un regno unitario, e Gaeta divenne città di confine tra tale regno e lo Stato della Chiesa. In questo periodo, così come durante la dominazione Sveva (1194-1266) la città ricoprì un ruolo politico secondario.

Durante il periodo angioino, invece, (1266-1435) la città tornò alla ribalta sulla scena del Regno di Napoli. Dal 1378 fu per qualche anno la residenza dell'antipapa Clemente VII, alleato della Regina Giovanna I. Dal 1387 vi si stabilì, temporaneamente in esilio, l'erede al tronoLadislao dei d'Angiò-Durazzo, che celebrò in città, il 21 settembre 1389, le sue nozze con Costanza di Chiaramonte, figlia del Conte di Modica e Vicario del Regno di Sicilia,Manfredi III Chiaramonte. Anche la futura Regina Giovanna II, sorella di Ladislao, soggiornò per molto tempo a Gaeta, dove scelse di farsi incoronare nel 1419.

Dal 1435 Alfonso V d'Aragona fece di Gaeta la base per la conquista del trono di Napoli a discapito di Renato, ultimo sovrano della dinastia Angioina a regnare sul Meridione d'Italia, sconfitto definitivamente nel 1442. Durante questo periodo la città fu munita di un nuovo castello, il cosiddetto "Alfonsino", mentre il vecchio (chiamato "Angioino") fu ampliato e unito al nuovo. Nella seconda metà del secolo la città fu governata dai Baroni de Gemmis di Castel Foce, casato derivante da una antica famiglia patrizia romana.[11]

Il re capì quanto fosse importante il possesso di tale città e volle ulteriormente fortificare Gaeta, con l'aggiunta di due nuove cinte murarie (oggi scomparse). Gaeta subì ben quattordici assedi che coincisero con importanti avvenimenti, a partire dalla sconfitta del Ducato di Gaeta (con annessione al Regno di Sicilia) fino all'ultimo assedio, quello tenuto nel 1860-'61 dalle truppe del generale piemontese Enrico Cialdini (che sarà poi nominato duca di Gaeta) e che diede inizio all'unità d'Italia.

Storia moderna

Con la dominazione spagnola, iniziata nel 1504, il ruolo di "piazzaforte del Regno di Napoli" fu ancora di più accentuato e la città fu dotata di nuovissime fortificazioni bastionate, alle pendici del Monte Orlando, aggiornate contro le ultime e più potenti armi da fuoco.

Fu con l'arrivo degli spagnoli che alcuni personaggi politici, passati in disgrazia, vennero costretti ad abbandonare Gaeta, tra cui Giovanni Caboto, che si rifugiò a Venezia, prendendone la cittadinanza 15 anni dopo. Nel 1571 si radunò nel porto di Gaeta la flotta pontificia che, al comando dell'ammiraglio Marcantonio Colonna, salpò il 24 giugno1571 per unirsi al resto della flotta cristiana, comandata da don Giovanni d'Austria, per combattere i saraceni. Il comandante della flotta pontificia aveva ricevuto il 20 giugno 1571 dal Papa San Pio V lo Stendardo di Lepanto, realizzato in seta, che doveva essere issato sulla nave ammiraglia pontificia.

L'ammiraglio Colonna nella Cattedrale di Gaeta, davanti a Sant'Erasmo, fece voto che se avesse vinto avrebbe donato lo Stendardo di Lepanto alla Cattedrale di Gaeta e lo avrebbe posto ai piedi del santo, patrono dei marinai. La battaglia navale tra la flotta della "Lega Santa" e la flotta dell'Impero ottomano ebbe luogo il 7 ottobre 1571 a Lepanto e fu vinta dalle forze cristiane. Al suo ritorno in Gaeta Marcantonio Colonna mantenne fede al giuramento fatto e oggi lo stendardo è esposto nel museo diocesano.

Mappa del 1764

Nel 1734 Gaeta fu conquistata da Carlo III di Borbone, fondatore del ramo napoletano della dinastia dei Borbone. Il 25 novembre 1848 ilpapa Pio IX si rifugiò a Gaeta, ospite dei Borbone, in seguito alla proclamazione della Repubblica Romana ad opera di Giuseppe Mazzini, e vi rimase fino al 4 settembre 1849, periodo durante il quale Gaeta assunse la denominazione di Secondo Stato della Chiesa. E fu proprio durante questo soggiorno che papa Pio IX, secondo la tradizione illuminato dallo Spirito Santo durante le sue preghiere presso laCappella d'Oro, decise di scrivere l'enciclica Ubi Primum con cui interrogava l'Episcopato cattolico sulla opportunità di proclamare ilDogma dell'Immacolata Concezione, cosa che avvenne al suo ritorno a Roma.

Il 13 febbraio 1861 Francesco II di Borbone si arrese a Gaeta, ultimo baluardo del suo regno, capitolando all'assedio delle truppe del generale Enrico Cialdini (Assedio di Gaeta 1860-1861): finì così di esistere il Regno delle Due Sicilie ed ebbe inizio lo stato unitario delRegno d'Italia, retto dai Savoia fino al 1946 e poi, a seguito del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, trasformato in Repubblica Italiana fino ai giorni nostri.

Il Borgo di Gaeta, frazione di Gaeta fuori le mura, con Regio Decreto del 15 marzo 1897, diventò comune autonomo sotto la spinta dei suoi esponenti liberali. Prese il nome di "Comune di Elena" in onore dell'allora principessa Elena, futura regina d'Italia. Trenta anni dopo, esattamente con Regio Decreto del 17 febbraio 1927, i Comuni di Gaeta e di Elena vennero uniti nuovamente sotto il nome Gaeta. Il Borgo di Gaeta oggi si identifica come rione Porto Salvo.

Comunque la Città di Gaeta era ed è tuttora storicamente parte dell'antica provincia di Terra di Lavoro del Regno delle Due Sicilie. Invece quando il regime fascista nel 1927 riorganizzò gli ambiti amministrativi territoriali italiani e costituì le Regioni, volendo quel regime per motivi politici ridimensionare la Provincia di Terra di Lavoro, trasferì e aggregò Gaeta alla Regione Lazio, incorporandola nella nascente Provincia di Littoria (poi chiamata Latina)...

<DA https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale>



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