Quando acquistate olio di oliva extravergine (ev), non è possibile pagarlo solo 4-5 o 6 Euro. Una buona bottiglia di Olio di oliva ev costa oltre i 10 Euro, e a ragion veduta.  


Gli oli che compriamo a minor prezzo importano olio da paesi come Spagna, Grecia, Tunisia, Marocco. Purtroppo questi paesi adultera spesso l’olio, tant’è che questo viene manipolato, miscelato e reimbottigliato in modo fraudolento e, infine, mischiato con olio italiano.


Quando acquistate olio di oliva extravergine (ev), non è possibile pagarlo solo 4-5 o 6 Euro. Una buona bottiglia di Olio di oliva ev costa oltre i 10 Euro, e a ragion veduta.  


Gli oli che compriamo a minor prezzo importano olio da paesi come Spagna, Grecia, Tunisia, Marocco. Purtroppo questi paesi adultera spesso l’olio, tant’è che questo viene manipolato, miscelato e reimbottigliato in modo fraudolento e, infine, mischiato con olio italiano, additivato beta-carotene e clorofilla per modificarne il sapore e il colore. Alla fine arriva nei nostri supermercati e viene venduto con l’etichetta “extravergine made in Italy”. Olio di semi e olio di sansa sono le “basi” più utilizzate per guadagnare di più. Parliamo di adulterazione e contraffazione. È una scelta sleale alla quale ricorrono prevalentemente le aziende di grandi dimensioni. così si scatena il polverone di polemiche provocato dai 15 disegni con cui il New York Times ha illustrato le truffe dell’extravergine in Italia e il “suicidio”  –  è la parola usata dall’autorevole quotidiano –  del frantoio “made in Italy”. Questo è quello che ha scatenato l’ira del NewYork Times.


L’80% dell’olio d’oliva utilizzato in Italia è composto da olio di importazione derivante da Spagna, Tunisia, Grecia e che, quindi, solo il 20% del prodotto venduto dalle note ditte nazionali è effettivamente di origine italiana, in netto contrasto con quanto dichiarato in etichetta.


OCCHIO!!!!!! Ma come è possibile riportare in etichetta il falso senza incorrere in un illecito. Semplice: conformemente ad un recente regolamento europeo, è sufficiente, affinché un olio sia considerato italiano, che venga prodotto con olive spremute in Italia anche se provenienti da coltivazioni estere. No comment!!!


Ecco che ci ritroviamo quotidianamente a consumare olio di marche conosciute e diffusamente pubblicizzate ma per la maggior parte di origine extracomunitaria (di qualità decisamente inferiore rispetto a quello nostrano) completamente ignari del raggiro di cui siamo vittime. L’unico modo per sottrarsi a quest’ultimo consiste nell’acquistare solo olio extravergine di oliva che riporti la denominazione “d.o.p.”, sigla che sta per “denominazione di origine protetta”, qualifica in grado di garantire relativamente alla zona di produzione e di lavorazione del prodotto.


Leggete cosa ho trovato di interessante!!!!!:


Come si trasforma l’olio di semi in extravergine d’oliva???


L’olio di semi, una materia prima indefinita, dalle origini sconosciute e irrintracciabili, incolore e insapore, viene addizionato con betacarotene e clorofilla e poi passato alle aziende compiacenti che provvedono a colorare gli oli, imbottigliarli e distribuirli. Non è la prima volta che si scopre che vengono usati per trasformare, almeno all’apparenza, oli di semi di bassissima qualità in pregiati oli extravergine di oliva.


Negli ultimi dieci anni sono già state scoperte operazioni simili, la più grave delle quali trasformava in “extravergine d’oliva”, sempre con l’aggiunta di clorofilla, il non commestibile olio lampante (cioè olio di scarti di lavorazione, o di noccioli, non destinato a consumo umano, bensì a essere bruciato come combustibile).

Alla luce di tutto questo, è facile comprendere il motivo per il quale spesso si trova in commercio olio d’oliva venduto ad un prezzo talmente esiguo da non poter neanche coprire i costi di acquisto delle olive da parte dell’agricoltore.


Come difendersi e riconoscere il vero olio extravergine d’oliva

Diffidare dell’olio extravergine d’oliva venduto a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive. Tranne che nel caso di promozioni commerciali e offerte speciali a tempo, è difficile che un olio extravergine d’oliva possa essere venduto al dettaglio a meno di 6 euro al litro.

L’ideale è che specifichino in etichetta con grande trasparenza e abbondanza di dettagli l’origine delle olive, il metodo di spremitura, l’utilizzo di cultivar particolari e ben individuate o addirittura la regione di produzione, con simboli di consorzi locali di tutela, o Dop. Maggiori sono le informazioni in etichetta, maggiori gli indizi di atteggiamento onesto e trasparente da parte del produttore. Scegliere prodotti da agricoltura biologica dove le disciplinari sono molto rigorosi sia sul metodo di coltivazione delle olive, sia sui metodi di produzione.

<Fotografia http://www.cristinatomasi.com/blog/olio-extravergine-di-oliva/>