La zoologia moderna non riconosce[1] ai pesci valore di raggruppamento sistematico (categoria tassonomica), ma l'insieme di tratti esteriori evolutivamente convergenti o costanti, come l'idrodinamicità, la presenza di pinne, che permettono loro di muoversi nell'elemento fluido con particolare efficacia e la respirazione prevalentemente branchiale dell'ossigeno disciolto, dati dal comune ambiente vitale, la fanno, anche se in ambito non tassonomico, tuttora variamente utilizzare, ad esempio in itticoltura e ecologia.
Il più antico pesce fossile è lo Haikouichthys vissuto durante il Cambriano 500 milioni di anni fa, imparentato con le lamprede. Il più grande pesce vivente è lo squalo balena(Rhincodon typus) che può raggiungere i 20 metri di lunghezza e pesare fino a 34 tonnellate, i Paedocypris invece sono i pesci più piccoli viventi, infatti i maschi raggiungono i 10 mm e le femmine possono essere lunghe solo 7,9 mm.